A più di un anno dalla dichiarazione di pandemia mondiale, a causa dello smart working, degli studenti universitari che hanno fatto ritorno dai propri genitori e della mancanza di turisti nazionali e internazionali, numerosi appartamenti, soprattutto nelle grandi città italiane, sono rimasti vuoti.
I proprietari immobiliari, in particolare di case destinate ad affitti turistici, hanno convertito le proprietà ad uso abitativo in segmento residenziale, utilizzando sempre più contratti a durata breve-medio lunga, come il transitorio.
La transitorietà è fondamentale
Questa particolare forma contrattuale necessita assolutamente della documentazione che dichiara la vera e reale esigenza della transitorietà della locazione.
Se per esempio, il Conduttore è un operaio specializzato in trasferimento temporaneo in un’altra città e necessita quindi di un’abitazione, dovrà allegare al Contratto una copia del suo Contratto di lavoro.
Canone libero o canone concordato?
Partiamo da qui. In via generale, nei Contratti di locazione transitoria il canone è concordato sulla base degli Accordi Territoriali, ad eccezione dei comuni che hanno meno di 10.000 abitanti.
Per le zone qui riportate, infatti, i Contratti hanno un canone fisso, frutto di accordi territoriali. Il proprietario dell’immobile non potrà scegliere liberamente il prezzo dell’affitto ma dovrà fissarlo tenendo in considerazione un range fissato dall’accordo di riferimento per il proprio Comune.
Il canone è quindi concordato per determinate città italiane, con un’alta densità abitativa quali Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Bari, Catania, Palermo, i Comuni ad esse confinanti e i capoluoghi di Provincia (in poche parole, con densità abitativa superiore ai 10.000 abitanti).
Contratto di locazione Transitorio
La rivincita del transitorio
A causa del covid, avanzano i contratti transitori. Il 2020 registra, infatti, un aumento dei contratti transitori stipulati con un +0,7%, che in un anno passano dal 21,1% al 21,8%.
Questo dato, davvero interessante, ci fa capire come nella maggior parte dei casi, i proprietari immobiliari che utilizzavano le case con finalità turistiche hanno riconvertito il loro business, momentaneamente, nel residenziale e hanno optato per soluzioni transitorie (dato che il contratto ha, da legge, una durata da minimo 1 a massimo 18 mesi) al fine di non vincolare per lungo tempo la proprietà e tornare, appena il turismo torni ai numeri pre-covid, alle soluzioni di locazione turistica.
Questa novità è anche resa possibile, in alcune città come ad esempio Roma, da addendum specifici inerenti al Covid-19, dove viene dichiarata la possibilità di riconvertire le strutture ricettive extralberghiere utilizzando le modalità dell’affitto transitorio. In questa situazione, l’affitto transitorio risulta essere la soluzione più conveniente per i proprietari di case vacanze e B&B.
Contratto di locazione Transitorio
In conclusione, questa tipologia contrattuale è adatta a chi necessita una casa lontano da casa e ai locatori che vogliono avere l’immobile impegnato per meno tempo e poter liberarsi eventualmente di inquilini non graditi!