Passare dal canone libero al canone concordato

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Per poter convertire una locazione (in corso) a canone libero ad una locazione a canone concordato, è necessario seguire alcuni passaggi specifici e rispettare la normativa in merito.

Quando si parla di Canone Concordato ci si riferisce ad un contratto di locazione stipulato secondo gli accordi siglati a livello locale dalle Associazioni di categoria più rappresentative, sia dei Proprietari che degli inquilini. Il canone di locazione di questi contratti non è mai libero, ma è frutto dei criteri generali definiti dalla Convenzione nazionale che viene poi ridefinita nel dettaglio, a livello locale, tramite gli accordi depositati nel Comune di riferimento.

 

Per poter usufruire delle agevolazioni fiscali, è necessaria la Certificazione da parte di un’Associazione di Categoria, che attesti che il contenuto del contratto è conforme a quanto previsto dall’Accordo Territoriale.

Scopri il Canone Concordato

Differenze tra Contratto a canone libero e concordato

Il “canone libero” e il “canone concordato” sono due concetti legati alle locazioni di immobili presenti nella legislazione italiana. Nel dettaglio:

  1. Canone Libero: Il canone libero si riferisce alla locazione di un immobile senza vincoli particolari. In altre parole, il locatore può stabilire liberamente l’importo del canone di locazione mensile in base al mercato e alle condizioni dell’immobile. Non vi è una soglia fissata o regolamentata dallo Stato o da associazioni territoriali.
    Il canone libero può variare notevolmente in base alla zona geografica, alle dimensioni dell’immobile e alle condizioni del mercato immobiliare.

  2. Canone Concordato: Il canone concordato, al contrario, è una tipologia di locazione a prezzo convenzionato, cioè stabilito d’intesa tra locatore e Comune/Associazioni firmatari dell’Accordo territoriale in vigore.
    L’obiettivo principale del canone concordato è quello di agevolare l’accesso all’abitazione per fasce di reddito medio-basse, offrendo canoni di affitto più contenuti rispetto al mercato libero. In cambio di questa convenzione, il proprietario può usufruire di alcuni vantaggi fiscali, come la Cedolare secca al 10% (al posto del 21%).

Sia il canone libero che il canone concordato devono essere formalizzati attraverso un contratto di locazione, che stabilisce i diritti e gli obblighi sia del proprietario che dell’inquilino.

In generale, il canone concordato mira a rendere gli affitti più accessibili, offrendo anche agevolazioni e vantaggi fiscali.

Il canone concordato può essere una soluzione per il “caro affitti”

Il canone concordato si erge come una soluzione vantaggiosa per affrontare il “caro affitti”. Grazie agli accordi stabiliti tra proprietari e inquilini, offre agli affittuari l’opportunità di accedere a alloggi a prezzi più accessibili, promuovendo così una maggiore stabilità finanziaria e sociale. Questo sistema fornisce anche ai proprietari benefici fiscali, incentivando la partecipazione e garantendo una fonte stabile di reddito. Per approfondire il tema “caro affitti” leggi un interessante articolo di Wikicasa.

Differenze tra Contratto a canone libero e concordato

Il “canone libero” e il “canone concordato” sono due concetti legati alle locazioni di immobili presenti nella legislazione italiana. Nel dettaglio:

  1. Canone Libero: Il canone libero si riferisce alla locazione di un immobile senza vincoli particolari. In altre parole, il locatore può stabilire liberamente l’importo del canone di locazione mensile in base al mercato e alle condizioni dell’immobile. Non vi è una soglia fissata o regolamentata dallo Stato o da associazioni territoriali.
    Il canone libero può variare notevolmente in base alla zona geografica, alle dimensioni dell’immobile e alle condizioni del mercato immobiliare.

  2. Canone Concordato: Il canone concordato, al contrario, è una tipologia di locazione a prezzo convenzionato, cioè stabilito d’intesa tra locatore e Comune/Associazioni firmatari dell’Accordo territoriale in vigore.
    L’obiettivo principale del canone concordato è quello di agevolare l’accesso all’abitazione per fasce di reddito medio-basse, offrendo canoni di affitto più contenuti rispetto al mercato libero. In cambio di questa convenzione, il proprietario può usufruire di alcuni vantaggi fiscali, come la Cedolare secca al 10% (al posto del 21%).

Sia il canone libero che il canone concordato devono essere formalizzati attraverso un contratto di locazione, che stabilisce i diritti e gli obblighi sia del proprietario che dell’inquilino.

In generale, il canone concordato mira a rendere gli affitti più accessibili, offrendo anche agevolazioni e vantaggi fiscali.

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Come passare da un Contratto di locazione a canone libero ad un Contratto a canone concordato?

È possibile trasformare un contratto di locazione con canone libero in un contratto di locazione con canone concordato. In linea generale, è possibile procedere seguendo i suddetti passaggi:

  • Verificare l’elenco delle zone a canone concordato: la prima cosa da fare è verificare se l’immobile si trova in una zona in cui è possibile applicare il canone concordato.

  • Accordo con le parti: se il locatore e il conduttore sono entrambi concordi nel passare al canone concordato, sarà necessario stabilire un nuovo importo per il canone basato sugli indicatori concordati per la tua zona.

  • Negoziazione del nuovo canone: come già anticipato, sarà necessario concordare un nuovo canone mensile. Il canone concordato è determinato in base a parametri stabiliti dalle autorità locali e può variare a seconda della zona e delle dimensioni dell’immobile.

  • Modifica del contratto e Comunicazione all’agenzia delle entrate in base alla situazione attuale, è possibile il verificarsi di due distinte situazioni:
Situazione 1

Se il contratto di locazione in essere è recente (data di decorrenza/stipula negli ultimi i 3 mesi) è possibile procedere alla risoluzione del Contratto con la stessa data in cui è stato registrato (di fatto, annullandolo) e procedere alla stipula e conseguente registrazione di un nuovo Contratto di locazione a canone agevolato (e relativa Attestazione che permette di poter applicare la Cedolare secca al 10%) pagando una sanzione che può variare dai 20,00 € ai 30,00 €.

Situazione 2

Se il contratto di locazione in essere non è recente (stipulato prima dei 3 mesi) il nostro consiglio è procedere con una risoluzione consensuale e, a partire dal giorno successivo alla registrazione della risoluzione, procedere alla stipula e conseguente registrazione di un nuovo Contratto di locazione a canone agevolato (e relativa Attestazione che permette di poter applicare la Cedolare secca al 10%) .

come passare dal canone libero al canone concordato in una locazione

In conclusione, ricordiamo che le procedure possono variare da caso a caso, quindi è importante consultare un consulente immobiliare per ottenere informazioni specifiche sulla tua situazione.

Raccomandata di adesione alla Cedolare

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