Dichiarazione di Successione Immobiliare Online

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Cosa è una Dichiarazione di Successione

La dichiarazione di successione è un atto formale che viene effettuato dopo la morte di una persona che lascia un patrimonio. È necessario depositare la dichiarazione, entro 12 mesi dalla data di “apertura della successione” che coincide, generalmente, con la data del decesso, se si verifica anche solo una delle seguenti condizioni:

  1. l’eredità include proprietà immobiliari (se il defunto possedeva solo diritti di uso/usufrutto di fabbricati o terreni questi si accrescono alla Nuda Proprietà e non concorrono alla successione);
  2. l’attivo ereditario supera complessivamente i 100.000 euro;
  3. gli eredi non sono coniuge e/o parenti in linea retta (figli, genitori, nipoti, nonni ecc.).

Tipologie di successione

La successione può essere testamentaria, ossia quando è regolata da un testamento valido redatto dal defunto prima del decesso, oppure legittima, ossia quando il defunto non ha lasciato testamento (oppure è nullo) ed è la legge a designare gli eredi, che saranno, nell’ordine, il coniuge, i discendenti (figli e nipoti), gli ascendenti (genitori e nonni), i collaterali (fratelli o sorelle) o gli altri parenti e lo Stato.

Come presentare la Dichiarazione di Successione

Per fare la dichiarazione di Successione è previsto un modello da compilare, ma con le novità recenti la procedura può avvenire interamente per via telematica. Compilare la dichiarazione di successione è una procedura non semplice, è necessario presentare una serie di documenti tra cui: il testamento (se esiste), i certificati di morte, matrimonio (se il defunto era sposato) e stato di famiglia del defunto, i certificati degli eredi nonché i documenti relativi ai beni dell’eredità. Questi documenti possono essere richiesti alle autorità competenti, come il Comune di residenza del defunto e degli eredi, il Catasto, le Banche.

Imposte di Successione: costi per gli Eredi

Il pagamento delle tasse è una parte importante della procedura di dichiarazione di successione. Le tasse da pagare dipendono dal valore del patrimonio ereditato e variano a seconda delle regioni italiane. Il valore dell’immobile viene stimato dalla rendita catastale, mentre il valore degli altri beni viene calcolato in base al loro valore di mercato. Inoltre, esistono diverse aliquote di tassazione che devono essere considerate.

Tasse per la successione

L’importo delle imposte di successione dipende dal valore del patrimonio ereditato. Il valore dei fabbricati abitativi viene stimato in base alla rendita catastale, mentre il valore degli altri beni viene calcolato in base al loro valore effettivo (conti correnti) o di mercato.

L’importo dell’imposta varia a seconda del grado di parentela dell’erede rispetto al defunto:

  • Coniugi e parenti diretti: l’imposta di successione è del 4% sul valore netto, con franchigia di un milione di euro netti per ogni erede;
  • Fratelli, nipoti e nonni: 6% con franchigia di 100 mila euro
  • Parenti fino al quarto grado, affini fino al terzo grado: 6% senza franchigia
  • Altri soggetti (amici, conoscenti ecc.): 8% sul valore netto trasferito, senza franchigia.

I soggetti portatori di handicap, grave ai sensi L. n. 104/1992, hanno una franchigia di 1,5 milioni di euro

Imposta catastale, ipotecaria e agevolazioni "prima casa"

Nel caso in cui nell’eredità siano compresi diritti o proprietà immobiliari (fabbricati o terreni) occorre pagare:

  1. l’imposta ipotecaria pari al 2% complessivo del valore delle quote immobiliari (nel caso dei fabbricati abitativi il valore sarà quello catastale); qualora anche solo uno degli eredi diretti abbia i requisiti “prima casa”, l’imposta ipotecaria sarà di euro 200;
  2. l’imposta catastale pari al 1% del valore delle quote immobiliari (nel caso dei fabbricati abitativi il valore sarà quello catastale); qualora anche solo uno degli eredi diretti abbia i requisiti “prima casa”, l’imposta catastale sarà di euro 200;
  3. l’imposta di bollo è dovuta nella misura di € 85,00 per ogni conservatoria (dipende dal n. dei luoghi in cui si trovano gli immobili, es: Torino 1, concentrico cittadino, Torino 2, cintura di Torino).

Infine, occorre pagare € 32,00 per avere l’attestazione di avvenuta presentazione telematica, € 12,40 fissi oltre ad € 0,62 per il numero di pagine della successione meno uno. Le imposte sono soggette ad autoliquidazione e vengono trattenute direttamente sulle coordinate IBAN fornite dal dichiarante con indicazione del codice fiscale.

Dichiarazione di successione tardiva

La mancata presentazione della dichiarazione di successione entro i 12 mesi previsti prevede il pagamento di una sanzione al momento della presentazione successiva. La sanzione amministrativa in caso di omissione della registrazione della dichiarazione va dal 120% al 140% dell’imposta dovuta. Nel caso in cui non sia dovuta alcuna imposta, la sanzione si aggira tra i 250 e i 1000 euro.

Le sanzioni previste in caso di ritardo: ritardo di massimo 30 giorni nella presentazione: dal 60% al 120% dell’imposta dovuta oppure da 150 a 500 euro se non è dovuta alcuna imposta, mentre in caso di ritardo sul versamento dell’imposta (da fare entro massimo 60 giorni dalla richiesta): sanzione del 30% sull’importo da versare.

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Quando non conviene fare la dichiarazione di successione

In generale, la dichiarazione di successione è un atto obbligatorio per legge e deve essere presentata entro 12 mesi dalla data del decesso del defunto. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui potrebbe non convenire fare la dichiarazione di successione. Ad esempio, se il valore dell’eredità è molto basso o se non ci sono beni immobili, potrebbe non essere necessario presentare la dichiarazione di successione. In questo caso, potrebbe essere sufficiente presentare una dichiarazione di rinuncia all’eredità, se l’erede non intende accettare l’eredità. Inoltre, se il costo dell’imposta di successione supera il valore dell’eredità stessa, potrebbe non convenire fare la dichiarazione di successione. Tuttavia, è importante tenere presente che ci possono essere conseguenze legali se l’erede non adempie all’obbligo di presentare la dichiarazione di successione, anche se il valore dell’eredità è basso.

Come rateizzare il pagamento delle imposte di successione

Le imposte per la dichiarazione di successione sono: diritti fissi, imposte ipotecarie e catastali e imposta di successione. I diritti fissi e le imposte ipotecarie e catastali non si possono rateizzare. L’imposta di successione invece, che è presente unicamente quando il valore della successione supera il milione di euro oppure quando gli eredi non sono eredi diretti, può essere rateizzata. Attenzione però: se presento la dichiarazione di successione e pago subito tutte le imposte non ho interessi. Altrimenti se la successione va in errore (iban errato oppure fondi insufficienti) avrò interessi che decorrono dalla data di presentazione, anche se si sceglie di rateizzare l’imposta di successione. Ad ogni modo non preoccuparti, con DokiCasa forniremo un prospetto delle imposte da pagare prima dell’invio della dichiarazione di successione.

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Domande Frequenti Dichiarazione di Successione

Cosa devo dichiarare nella dichiarazione di successione?

Nella dichiarazione di successione, è necessario dichiarare tutti i beni del defunto, le eventuali passività, le quote di eredità spettanti a ciascun erede e altre informazioni rilevanti.

Quali documenti devo allegare alla dichiarazione di successione?

Tra i documenti che devono essere allegati alla dichiarazione di successione ci sono l’atto di morte del defunto, i certificati di proprietà dei beni immobili e altri documenti rilevanti.

Come viene determinata l'imposta di successione?

L’Agenzia delle Entrate determina l’imposta di successione sulla base del valore complessivo dell’eredità, della quota di eredità spettante a ciascun erede e delle eventuali esenzioni o agevolazioni fiscali applicabili.

Cosa succede se non presento la dichiarazione di successione?

Il mancato adempimento dell’obbligo di presentare la dichiarazione di successione può comportare sanzioni e interessi moratori.

Posso usufruire di esenzioni o agevolazioni fiscali?

In alcuni casi, è possibile beneficiare di esenzioni o di agevolazioni fiscali, ad esempio se l’erede è il coniuge o un parente stretto del defunto. Tuttavia, le condizioni per beneficiare di tali agevolazioni possono variare a seconda della legge fiscale in vigore al momento della presentazione della dichiarazione di successione.

C'è un limite per prendere la residenza per le agevolazioni "prima casa"?

Per la residenza nel Comune il termine è 18 mesi. Nel caso in cui la vendita dovesse avvenire prima dei 5 anni senza acquisto di una nuova casa con agevolazioni nel corso dell’anno successivo alla vendita, occorre contattare l’Agenzia delle Entrate di Competenza e pagare con F24 la differenza di imposta.

Quando si perdono le agevolazioni "prima casa"?

Le agevolazioni ottenute quando si acquista un’abitazione con i benefici “prima casa” possono essere perse e, di conseguenza, si dovranno versare le imposte “risparmiate”, gli interessi e una sanzione del 30% delle imposte stesse.
Questo può accadere se:

  • le dichiarazioni previste dalla legge nell’atto di acquisto sono false
  • l’abitazione è venduta o donata prima che siano trascorsi 5 anni dalla data di acquisto, a meno che, entro un anno, non si riacquista un altro immobile, anche a titolo gratuito, da adibire in tempi “ragionevoli” a propria abitazione principale.

Il requisito del riacquisto non è soddisfatto quando si stipula, entro l’anno dalla vendita del primo immobile, soltanto un compromesso, poiché con questo tipo di contratto non si trasferisce il bene

  • non si sposta la residenza nel Comune in cui si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto
  • entro l’anno dall’acquisto del nuovo immobile non viene venduto quello già posseduto, acquistato con le agevolazioni “prima casa”.
Quando si conservano le agevolazioni "prima casa"?

Le agevolazioni non si perdono quando, entro un anno dalla vendita o dalla donazione:

  • il contribuente acquista un immobile situato in uno Stato estero, a condizione che esistano strumenti di cooperazione amministrativa che consentono di verificare che l’immobile acquistato è stato adibito a dimora abituale
  • il contribuente acquista un terreno e, sempre nello stesso termine, realizza su di esso un fabbricato (non rientrante nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) da adibire ad abitazione principale.  Non è necessario che il fabbricato sia ultimato. È sufficiente che lo stesso, entro l’anno, acquisti rilevanza dal punto di vista urbanistico. Per evitare di incorrere nella decadenza, deve esistere, quindi, un rustico comprensivo delle mura perimetrali delle singole unità e deve essere stata completata la copertura
  • il contribuente costruisce un altro immobile a uso abitativo su un terreno di cui sia già proprietario al momento della cessione dell’immobile agevolato.
Quali Documenti servono per la Riunione di Usufrutto?

Per la riunione di usufrutto occorre:

copia del titolo che ha costituito l’usufrutto (atto notarile, sentenza oppure successione apertasi prima del 1975 etc.) ed è necessario per verificare l’eventuale diritto di accrescimento sul soggetto superstite.

– copia certificato di morte usufruttuario.

dati immobili sui quali è presente l’usufrutto.

copia documento di identità del nudo proprietario che presenta la richiesta di riunione di usufrutto.

Cosa succede se non si ha l'atto di provenienza di un immobile?

Per la Dichiarazione di Successione è necessario l’Atto. Altrimenti, se è disponibile, si può scaricare la nota di trascrizione tramite il servizio di copia atto notarile volendo tramite DokiCasa. Qualora non si trovasse l’atto di provenienza dell’immobile (o la nota di trascrizione) ma si fosse in possesso di un qualsiasi altro atto (es: atto di assoggettamento alla comunione legale dei beni) dove viene richiamato l’atto di provenienza con la specifica degli estremi dell’immobile, può bastare.

Cosa succede in caso di debiti con l’Agenzia delle Entrate?

Sotto l’aspetto pratico le passività provate si indicano nel quadro apposito all’interno della Dichiarazione di Successione. Sotto l’aspetto giuridico:

  1. Accettando l’eredità SENZA beneficio di inventario si ereditano sia le attività (beni, conti correnti, etc…) che le passività. NOTA BENE: senza aver espresso l’accettazione con beneficio di inventario nel caso in cui i debiti superano i crediti SI RISPONDE CON IL PROPRIO PATRIMONIO PERSONALE. Quindi, per esempio, se eredito una casa da 100.000 Euro e debiti per 150.000€. rispondo con soldi miei per i 50.000€ di debiti
  2. Se viene accettata l’eredità CON beneficio di inventario con dichiarazione resa davanti ad un Notaio o un Cancelliere, rispondo dei debiti solo nella misura di quanto eredito.  Quindi, nell’esempio, se eredito una casa da 100.000€ e debiti per 150.000€. non erediterò nulla ma non ci rimetto soldi miei.
E' possibile recuperare una successione?

Se la successione è stata presentata telematicamente, si può recuperare facendo prima una visura ipotecaria sul soggetto e poi richiedendo l’apertura della nota relativa alla successione. Altrimenti se la Successione non è stata presentata telematicamente, bisogna individuare ufficio dove è stata depositata e fare istanza di copia con delega e pagare i diritti.

E' possibile procedere se uno/più eredi o la persona defunta sono residenti all'estero?

Occorre distinguere se:

1) l’erede residente all’estero o gli eredi residenti all’estero. Il De Cuius era residente in italia.

2) alcuni eredi residenti all’estero ed uno o più in Italia. Il De Cuius era residente in italia.

3) oppure se era il de cuius residente all’estero.

Per lo scenario n.1 i problemi da risolvere sono i seguenti:

– Comprensione della lingua italiana scritta. Occorre la certezza che il soggetto dichiarante comprenda ciò che sottoscrive e le modalità di sottoscrizione.

nel caso occorre far tradurre da traduttore certificato i modelli 

– Indicazione IBAN italiano per il prelievo delle imposte di successione

– Presenza del codice fiscale italiano per tutti gli eredi.

– Legge paese di riferimento in caso di rinuncia.

Per lo scenario n. 2 i problemi sono i medesimi del n.1 qualora sottoscriva l’erede residente all’estero.

Per lo scenario n.3 –  “norme per il cittadino italiano residente all’estero: A decorrere dal 17 agosto 2015 per i cittadini europei come pure per quelli extraeuropei ivi residente non si applicherà più la legge successoria del paese di cittadinanza, bensì quella del paese di residenza.

 

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