Nel contratto di locazione a canone agevolato, come appunto spiega la parola stessa, il canone concordato non è stabilito liberamente dalle parti ma è frutto di un preciso calcolo che si basa su determinate tabelle e caratteristiche, che variano da città a città.
Definizione del Canone di locazione concordato
La definizione del canone di locazione mensile deve essere conforme ai criteri generali delineati della Convenzione nazionale, per poi essere “adattato” al meglio nella Convenzione locale, tramite gli accordi depositati presso il Comune dove è situato l’immobile.
Queste tabelle vengono stilate, nel dettaglio, da ogni Comune insieme alle Associazioni di categoria e prendono come riferimento parametri diversi quali la zona, i metri quadrati dell’immobile ed altre variabili.
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Gli elementi del Canone agevolato
La Convenzione nazionale fissa, a grandi linee, i limiti sui quali poi ogni Comune si deve basare. Il Comune dove si trova l’immobile ha quindi la propria autonomia a riguardo. Il canone di locazione dovrà, in conclusione, essere determinato dalle parti all’interno delle fasce di oscillazione fornite del calcolo del canone minimo – massimo.
Nella definizione del canone di locazione finale, che deve collocarsi tra il valore minimo e quello massimo delle fasce di oscillazione frutto del calcolo, bisogna tenere conto di diversi elementi, quali:
- Tipologia dell’immobile e sue dimensioni;
- Presenza di pertinenze e di spazi comuni;
- Caratteristiche e Dotazione di servizi quali ascensore, impianti di riscaldamento e condizionamento;
- Eventuale presenza o meno dei mobili all’interno dell’immobile;
- Tipologia contrattuale decisa.
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In conclusione, dato che anche le modalità di calcolo variano in base agli Accordi Territoriali da comune a comune, per sapere il canone di locazione minimo – massimo esatto per il canone di affitto concordato della propria città invitiamo a procedere al calcolo gratuito dalla nostra piattaforma.
